I cialtroni delle terapie alternative

Ci è giunta questa interessante testimonianza che lascia intravedere come personaggi senza scrupoli possano inventarsi davvero di tutto pur di fare soldi. Purtroppo nel campo delle cosiddette “terapie alternative”, insieme a professionisti seri (es erboristi laureati o medici) abbiamo tutto un fiorire di sedicenti terapeuti che si spacciano per estensori qualificati di nuove pratiche di guarigione.


Avendo problemi di vista mi sono rivolto ad un centro di terapie complementari della mia città, attirato da una pubblicità che prevedeva la cura dei miei presunti problemi con tecniche non chirurgiche.
Decisi di saperne di più per cui entrai e pur non avendo ricevuto informazioni sufficienti decisi comunque di provare la terapia sottoponendomi a un test di idoneità (a pagamento): purtroppo in situazioni di necessità psicologica si è decisi a provare di tutto e si è molto vulnerabili.
La persona che mi ha accolto si è presentata come optometrista, ma faceva girare un volantino in cui si definiva inventrice di un metodo infallibile, che poteva essere esteso anche ad altre problematiche (non visive) come per esempio il conflitto, il rifiuto, ecc… Si definiva inoltre counselor e programmatrice di biocomputer.
Da quel momento, a suo dire, avrei dovuto sottopormi a una serie di sedute ad oltranza cioè fino a guarigione, pagando di volta in volta (preciso che il metodo non era rischioso per la salute ma solo per il portafoglio in quanto basato principalmente sull’arte della parola): ma dopo un paio di sedute ho deciso di interrompere poiché ho giudicato il metodo, alquanto bizzarro, con scarse probabilità di ottenere risultati. Secondo il mio parere quella terapia richiedeva atteggiamenti acritici e obbedienza cieca.

Ricordo che alle mie pressanti domande “esiste una documentazione dell’efficacia di questo metodo? In cosa consiste una seduta? …” ricevetti la seguente risposta” E’ difficile descriverlo a parole, le consiglio solo di provare”.
Prima di “provare” bisognava sottoporsi a un TEST: il terapeuta dopo aver chiesto al cliente di distendere le braccia in avanti, iniziò a premere alcuni punti ottenendo così delle risposte del tipo “si o no” (il principio su quale si basa è che dal corpo si possono ottenere risposte che non si potrebbero mai ottenere direttamente dal cliente), convinto quindi di avere a disposizione una specie di macchina della verità.
In questo modo il terapeuta affermava di riuscire a sapere se il cliente aveva problemi psichici e inoltre chiedeva direttamente al corpo se aveva intenzione di guarire e in quanto tempo (con domande del tipo: vuoi guarire in un mese? “si o no”, vuoi guarire in 2 mesi? e così via…) più altre informazioni che ora neanche ricordo. In realtà toccava le braccia del cliente soltanto all’inizio, poi diceva di “chiudere il circuito”(??!) e quindi otteneva le risposte premendo punti del proprio corpo (es. le dita).

Poi usò un testo di psicologia: lo aprì a caso, chiedendo al corpo se in quella pagina c’era il mio problema. Se secondo lui il corpo diceva no, apriva ancora a caso e cosi via….ed ecco che alla fine il problema veniva fuori e al cliente non restava che prenderne atto passivamente (e vai con lutti, delusioni amorose ecc…) Nel momento in cui venne trovata una delle cause del problema si fece ricorso alla tecnica del “picchiettamento”; mi vennero indicati alcuni punti su cui picchiettare con le dita (?!?). Quindi il terapeuta chiese al corpo se il blocco esisteva ancora; se era sparito si procedeva come sopra con un altro blocco, per tentativi (si va da eventi che riguardano i primi anni di vita fino al presente).
Inoltre, per eliminare certi blocchi, il terapeuta poteva consigliare la lettura di libri, scelti ovviamente dal corpo, e anche di scrivere lettere (a morti o vivi ???).
Ancora, il terapeuta durante la seduta mi chiese “hai mal di testa?” – “NO” – “sai perché non hai mal di testa? Perché il tuo mal di testa è passato a me…”. E ancora: “Se non ottieni risultati non dipende da me ma sei tu che ti opponi alla guarigione!”

Tutto avveniva in modo arbitrario, il terapeuta imponeva il suo punto di vista e il cliente doveva accettarlo. Bisogna dire che tra le tante chiacchiere ogni tanto qualcosa il terapeuta la indovinava, per cui cliente poteva pensare che il metodo funzionasse, non pensando invece alle 100 cose che erano state indovinate.
Queste sedute non avevano una durata ben definita: la prima ha avuto una durata di circa 2 ore e la data della successiva venne stabilita ovviamente dal corpo. Io quindi avrei dovuto sottopormi a questa cosa qui per mesi e mesi (i primi risultati secondo il terapeuta sarebbero arrivati dopo alcuni mesi di sedute) per cui alla fine decisi di rimanere “cieco”.


Lettera firmata

Copyright Silvana Radoani

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