La certosa di Bologna

pubblicato in: Antropologia, Articoli, Studi | 0

 Da sempre esiste una branca dell’antropologia, denominata “urbana” che studia le nostre città occidentali in aspetti poco consueti o mal conosciuti.

Essa pone particolare attenzione ai luoghi della morte e della memoria (individuale ma anche collettiva), cercando di studiare e far conoscere leggende, storie di vita, ricordi storici, credenze passate che continuano a vivere nei monumenti funebri delle nostre città.

Anche se negli ultimi anni si sta cercando di valorizzare e divulgare la conoscenza dei cimiteri monumentali, attraverso visite guidate o conferenze, questi rappresentano ancora luoghi poco conosciuti e sottostimati, veri e propri musei a cielo aperto. Per questo mi sono addentrata nel cimitero monumentale della Certosa a Bologna che racchiude tesori d’arte e di cultura d’inestimabile valore. Certamente ci vorrebbero libri per raccontare tutto quello che racchiude ma, visto che ho a disposizione solo un articolo, ve lo voglio presentare perlopiù per  immagini, sperando di suscitare la vostra curiosità.

Ogni monumento funebre racchiude la storia del defunto o della sua famiglia, in pochi concetti artistici riportati sulla tomba (dipinti, statue, epitaffi, ecc…). Naturalmente le tombe in Certosa, anche solo prendendo quelle monumentali, sono migliaia e migliaia, mentre qui posso riportarne solo pochissime decine. Il resto però vale la pena scoprirlo da soli e magari, se una tomba vi incuriosirà particolarmente, potreste cercare di scoprirne la storia nascosta: un bellissimo e affascinante viaggio nella memoria.

CAM00147  IMGP4164  IMGP4116

Intanto bisogna ricordare che la Certosa era appunto un antico convento benedettino, con la sua chiesa, i suoi chiostri, i suoi giardini interni, e altri luoghi adatti alla preghiera dei monaci che ci vivevano. Il cimitero della Certosa di Bologna venne fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796.

 IMGP4094 IMGP4173 IMGP4948 IMGP4958 IMGP4964    IMGP5004    IMGP7916

Bellissimi i tantissimi angeli, di ogni forma e tecnica artistica che raccolgono le anime di chi ci ha lasciato e le conducono in cielo

IMGP4120 IMGP4121 IMGP4122 IMGP4127 IMGP4138 IMGP4148  IMGP4966 IMGP7904

Struggenti le innumerevoli tombe di bambini e di giovani mamme che non ci sono più, tutte con riproduzioni fedeli dell’abbigliamento dell’epoca.

IMGP4766 IMGP4767 IMGP4943 IMGP4968 IMGP4970 IMGP4982 IMGP4988 IMGP4989 IMGP4995 IMGP5006 IMGP5012 IMGP7902

Tralascio le altrettanto belle tombe ai militi caduti o a coloro che sono morti durante il periodo della resistenza; tralascio anche le tombe di tanti personaggi famosi, Carducci, Respighi, Dalla, Minghetti, Murat e tantissimi altri,  e mi soffermo su alcune fra le più belle e emblematiche tombe del cimitero.

IMGP4063
Il Dio Pan
IMGP4076
Disputa sulla morte
IMGP4093
La Venere fra le rose
IMGP4095
Allegoria del fuoco
IMGP4099
La bellissima donna velata
IMGP4119
Gli amanti
IMGP4124
Il cane che morì sulla tomba dei padroni
IMGP4129
Piccolo ossario
IMGP4135
La strana dea con la coda a freccia
IMGP4142
Un’altra donna velata
IMGP4184
La ragazza che non accettò la morte
IMGP4965
Pavimento a tappeto ricamato nel marmo
IMGP4979
Arrabbiata per sempre
IMGP4985
Cartellino appeso ad alcune rare tombe del quale mi sfugge il significato
IMGP5017
Tomba emblematica di una persona morta forse a seguito di malelingue e calunnie
IMGP5018
Tomba di cui sopra: la dea scrive “Dal fatto al dir non sia diverso”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *