Da sempre esiste una branca dell’antropologia, denominata “urbana” che studia le nostre città occidentali in aspetti poco consueti o mal conosciuti.
Essa pone particolare attenzione ai luoghi della morte e della memoria (individuale ma anche collettiva), cercando di studiare e far conoscere leggende, storie di vita, ricordi storici, credenze passate che continuano a vivere nei monumenti funebri delle nostre città.
Anche se negli ultimi anni si sta cercando di valorizzare e divulgare la conoscenza dei cimiteri monumentali, attraverso visite guidate o conferenze, questi rappresentano ancora luoghi poco conosciuti e sottostimati, veri e propri musei a cielo aperto. Per questo mi sono addentrata nel cimitero monumentale della Certosa a Bologna che racchiude tesori d’arte e di cultura d’inestimabile valore. Certamente ci vorrebbero libri per raccontare tutto quello che racchiude ma, visto che ho a disposizione solo un articolo, ve lo voglio presentare perlopiù per immagini, sperando di suscitare la vostra curiosità.
Ogni monumento funebre racchiude la storia del defunto o della sua famiglia, in pochi concetti artistici riportati sulla tomba (dipinti, statue, epitaffi, ecc…). Naturalmente le tombe in Certosa, anche solo prendendo quelle monumentali, sono migliaia e migliaia, mentre qui posso riportarne solo pochissime decine. Il resto però vale la pena scoprirlo da soli e magari, se una tomba vi incuriosirà particolarmente, potreste cercare di scoprirne la storia nascosta: un bellissimo e affascinante viaggio nella memoria.
Intanto bisogna ricordare che la Certosa era appunto un antico convento benedettino, con la sua chiesa, i suoi chiostri, i suoi giardini interni, e altri luoghi adatti alla preghiera dei monaci che ci vivevano. Il cimitero della Certosa di Bologna venne fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796.
Bellissimi i tantissimi angeli, di ogni forma e tecnica artistica che raccolgono le anime di chi ci ha lasciato e le conducono in cielo
Struggenti le innumerevoli tombe di bambini e di giovani mamme che non ci sono più, tutte con riproduzioni fedeli dell’abbigliamento dell’epoca.
Tralascio le altrettanto belle tombe ai militi caduti o a coloro che sono morti durante il periodo della resistenza; tralascio anche le tombe di tanti personaggi famosi, Carducci, Respighi, Dalla, Minghetti, Murat e tantissimi altri, e mi soffermo su alcune fra le più belle e emblematiche tombe del cimitero.
















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