Siamo una coppia che per oltre 12 anni ha condiviso la dottrina ascetica di un gruppo di preghiera emergente cristiano-cattolico: i Ricostruttori nella Preghiera. Riteniamo utile e necessario divulgare le informazioni che seguono per consentire, a chi ne fosse interessato, una più obiettiva e corretta valutazione sul fenomeno di alcuni cosiddetti gruppi di preghiera ed in particolare rispetto al gruppo anzidetto.
Tutto ciò ci auguriamo possa fungere da mezzo terapeutico e/o preventivo per coloro i quali si approcciano, o sono intenzionati a farlo, verso gruppi simili con il miraggio di inseguire elevate mete spirituali, rischiando invece di ritrovarsi completamente immersi in tuttaltro movimento. O, per dirla secondo gli insegnamenti di Gesù, stiamo attenti ai Lupi che si avvicinano in vesti di Agnello!
Questo gruppo nasce a Torino nel 1978 e durante gli anni si è diffuso in tutta Italia: Torino (città natale), Milano, Aosta, Genova, La Spezia, Pomposa, Bologna, Ferrara, Roma, L’Aquila, Foggia, Apice (Na), Modica (Rg) etc …
Il fondatore è il sacerdote gesuita padre Gian Vittorio Cappelletto che si propone in qualità di guida spirituale del movimento che per sua aspirazione sarebbe in particolare rivolto ai lontani dalla Chiesa Cattolica per poterli riavvicinare alla fede: questo infatti doveva essere il progetto originario!
La struttura del movimento in qualche modo può considerarsi di tipo piramidale: al vertice il capo G. V. Cappelletto, subito dopo il comitato dei fedelissimi (quelli disposti a tutto per lui, per intenderci), formato in sostanza da i comunitari più anziani la maggior parte dei quali divenuti sacerdoti a loro volta, che mantengono e divulgano l’ordine del capo. Poi abbiamo i comunitari, uomini e donne, che sono quelli che hanno fatto voto di povertà, castità e obbedienza e vivono nelle case della comunità secondo i dettami delle regole imposte. A seguire ci sono i volontari che dedicano tutto il tempo disponibile al movimento soprattutto finalizzato al reclutamento ed indottrinamento di nuovi seguaci (una sorta di motore operativo sul territorio).Infine abbiamo i simpatizzanti, quelli cioè che frequentano gli incontri settimanali e le attività del movimento, inizialmente da esterni e sono destinati a divenire a loro volta volontari o qualcosa di più, oppure a mollare essendo a loro volta mollati per scarso interesse mostrato. Il culto principale del movimento è la cosiddetta meditazione profonda da praticare per 30 minuti almeno due volte al dì.
Questa tecnica di preghiera viene insegnata in un corso specifico di otto incontri a cadenza settimanale al termine del quale viene proposto l’avviamento, ovvero l’iniziazione alla vita da Ricostruttore. E’ durante l’avviamento che il potenziale neo ricostruttore fa la prima esperienza di meditazione di gruppo ed incontra per la prima volta il maestro spirituale, che alla stessa stregua di un vero e proprio Guru d’oriente legge e sente la tua anima e ti aiuta a cercare il tuo personale e segretissimo mantra: le o la parolina-e da ripetere incessantemente per tutta la durata della meditazione, e non solo.
Anche noi abbiamo seguito questo iter e siamo divenuti volontari in questo gruppo e per ben oltre 12 anni abbiamo condiviso, sostenuto, promosso tutto ciò che riguardava il movimento, ma oggi ………..?
Oggi ci sentiamo profondamente delusi ed amareggiati perché abbiamo avuto modo di rilevare che anche i responsabili dei Ricostruttori raccontano un mare di cose senza fondamento e dicono di fare una serie di cose per la tua salvezza e quella del mondo intero, mettendo in mezzo Gesù, la Madonna e i Santi. Si arriva a crederci e a attuarle mossi da uno spirito caritatevole e dai sensi di colpa che spesso vengono suscitati ad hoc, per cui li sostieni in tutte le attività: 1- nella propaganda atta a reclutare nuovi seguaci; 2- nel sostenere i lavori di mantenimento e pulizia dei luoghi di meditazione; 3- nel sostenere le spese di gestione delle numerose case dove vivono i comunitari: sono offerte per carità, ma se non le fai che ricostruttore sei?
Insomma ti dedichi anima e corpo ai Ricostruttori sotto la guida (illuminata?) del sacerdote G. V. Cappelletto, sottraendo tempo alla famiglia (marito, figli, fratelli, sorelle, genitori) e mentre fai tutto questo succede un fatto gravissimo, per certi versi irreparabile: un sacerdote dei Ricostruttori nella preghiera, Don Pierangelo Bertagna viene arrestato con l’accusa di aver abusato sessualmente di 30 ragazzini, cioè di aver compiuto atti di pedofilia! (notizia rilevata sul sito www.chiesadomestica.net che riportava l’articolo di Fabio Scaffardi da Cortona pubblicato sul Giornale n° 282 del 27/11/05 e peraltro mai smentita dai responsabili del movimento anzi…). E fatto ancora più grave, tutto ciò nella piena consapevolezza ed evidente “copertura” da parte del Padre fondatore G. V. Cappelletto. Quest’ultimo infatti pur essendo a conoscenza, già da oltre10 anni, delle deviazioni di questo suo fidato seguace (che all’epoca era un comunitario seminarista) decide comunque di promuoverlo ed indirizzarlo al sacerdozio e soprattutto gli conferma l’incarico di svolgere attività ricreative con i ragazzi, per lo più figli di altri ricostruttori (così tutto resta in famiglia!). Come se non bastasse, gli stessi genitori, impegnati con fervore nel movimento, non sono mai stati avvertiti di questi incresciosi fatti di pedofilia ed hanno pertanto continuato ad affidare i propri figli nelle mani di Don Pierangelo Bertagna. Il primo episodio di pedofilia del Bertagna, al momento conosciuto, risale a circa 11 anni fa e tutti, (o la maggior parte) di noi volontari del movimento ne siamo stati tenuti all’oscuro.
Da allora il Don Bertagna ha goduto di circa “10 anni di libero arbitrio”. Tanti anni sono passati infatti prima che una mamma di un altro bambino abusato nella località di Farneta (Ar), denunciasse il Don Bertagna e questi venisse arrestato. Dopodiché e venuto fuori tutto il resto!
Questi tragici avvenimenti ci hanno portato a riflettere sulla validità e significato del metodo proposto dai Ricostruttori nella preghiera in tutti i suoi aspetti: 1- stile di vita spartano; 2- doccia fredda al mattino; 3- dormire a terra; 4- divieto di internet e televisione; 5- sbilanciata dieta vegetariana che in famiglia ha portato dei gravi problemi di anemia; 6- metodo di preghiera; 7- rituali; 8- modalità di comportamento nel gruppo e fuori dal gruppo.
Inoltre abbiamo potuto rilevare che nonostante questi gravi episodi di pedofilia che sembrerebbero fatti rientrare in una pura devianza di una persona singola ed ancora più grave errata gestione di tale situazione da parte del fondatore e i suoi fedelissimi, la maggior parte dei ricostruttori continua indifferente a seguire Cappelletto ed i suoi metodi, anzi giustifica le gravi responsabilità che questi ha avuto nella gestione e sviluppo del caso Bertagna, dal suo insorgere10 anni fa sino al triste epilogo dell’estate ‘95: arresto di Don Bertagna!
A questo punto viene spontaneo porsi delle domande e, per quanto ci riguarda, proporre orientativamente delle risposte di chiarificazione: 1- perché il sacerdote G.V. Cappelletto, ed evidentemente i suoi fidatissimi, hanno optato per il martirio di 30 ragazzini piuttosto che un sacerdote in meno nel movimento dei ricostruttori? 2- Anche se Cappelletto non avesse voluto mettere pubblicamente in difficoltà il Bertagna, come sarebbe probabilmente accaduto se avesse affrontato la questione 11 anni fa, perché non ha indirizzato il Bertagna verso altri incarichi piuttosto che lasciarlo continuare ad occuparsi di attività coi ragazzi? 3- Perché non ha provveduto a vigilare meglio sul Bertagna? 4- Non sarebbe stato meglio avvertire i genitori e affidare il Bertagna alle cure di qualche specialista che lo avrebbe curato veramente? 5- Tutti i seguaci che continuano a meditare ed a frequentare il gruppo sono ciechi? 6- Non hanno più la ben che minima coscienza che gli permette di scandalizzarsi di frotte a fatti del genere? 7- Possibile che proiettarsi verso le alte mete dell’ascetismo produca l’effetto di non saper valutare più correttamente i normali, ma altrettanto importanti, fatti di vita quotidiana?
A voi lettori le risposte! Noi sosteniamo che progredire veramente nella spiritualità, significa innanzitutto imparare a vivere la quotidianità, conservando per primo il buon senso, vero indicatore di crescita ad ogni livello. E’ inutile quindi divenire degli abili asceti di meditazione se poi non si riesce ad avere un operativo senso critico rispetto ai più comuni fatti che accadono nella vita di tutti i giorni.
Lettera firmata da T. F.
Maggio 2006
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