Spiritismo nel cristianesimo

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Sulla falsa riga dell’articolo precedente

è stato pubblicato questo nel 1999 sul giornale cattolico “Testimoni”

«Amici, un momento di attenzione per favore! Questa sera facciamo un gioco di società: ci sediamo in circolo e, mano nella meno, evochiamo gli spiriti dei defunti. È appunto un gioco e vediamo cosa succede!».

            Quanti si sono trovati in questa condizione, a partire dall’età di 12-14 anni, durante la scuola media o i primi anni delle superiori, per voglia di “provare” guidati da un insegnante compiacente o da un amico già introdotto.

            Forse qualcuno ha cominciato a crederci, ottenendo anche buoni risultati, convincendosi che realmente i defunti si potessero mettere in contatto con i vivi, attraverso varie tecniche.

            Ma gli spiriti dei nostri morti possono davvero mettersi in contatto con noi?

            Analizziamo alcuni stralci di due scritti di chiara matrice spiritistica “cristiana” (cioè diffusi da coloro che si professano pienamente cristiani) per comprenderne la portata e il tranello che sta alla base di essi:

  1. a) una ragazza defunta di Tolentino, così comunicherebbe con la madre (che ne diffonde i messaggi nella chiesa parrocchiale): «Voglio che vi riuniate nel mio nome e preghiate. Gesù mi ha detto che a voi non basta più la sua parola e quindi si serve di me. Tutto ciò che farete lo dovrete fare nel mio nome. Conosco anche tutti i vostri segreti, perciò attenti a voi! Pensate sempre “Daniela mi vuole bene”, ma voi dovete meritarvelo, avete capito? Quando avrete bisogno di un aiuto speciale, chiamatemi, e io arriverò subito da voi, ma il vostro cuore dovrà essere pronto a ricevermi…. non per essere un angelo presuntuoso, ma me lo merito».
  2. b) Natuzza Evolo, famosissima sensitiva calabrese, così si esprime sull’escatologia: «Il dialogo che Natuzza intrattiene con le anime dei defunti ha sempre caratterizzato la sua esistenza terrena. O voi che ci ascoltate – dicono le anime dei defunti – sappiate che questa è una cosa che permette Iddio, la ragazza non è che uno strumento cieco, voi vi trovate di fronte alla radio dell’altro mondo, ascoltateci! Aiutate i vostri trapassati con Comunioni. Per ogni comunione essi ricevono un sollievo di mezz’ora; per ogni digiuno un sollievo di venticinque minuti; per ogni pasto principale omesso un sollievo di un’ora…. Potete applicare le indulgenze facendo anticipare l’assunzione in Paradiso e la diminuzione è relativa ai meriti vostri e dello spirito che le riceve. Vi sono spiriti che vedono Gesù ogni tre mesi, spiriti che Lo vedono anche una volta alla settimana e, scontata la pena, giunti al Prato Verde, che è un luogo di transito, luogo di preghiera dove vi rimangono per un periodo di tempo variabile al massimo di un anno, Lo vedono tre volte alla settimana. Poi giunti al prato Bianco, dove vi rimangono dai quindici ai trenta giorni, Lo vedono una volta al giorno».

            Da questi tralci di messaggi emerge la grande voglia di comunicare dei defunti, segno che nell’aldilà non sanno come passare il tempo e, guarda caso, tutti si affannano a dirci che il loro contatto con i vivi è dovuto alla volontà di Dio. Perché continuare a comunicarci cose tanto ovvie? Non è forse per portarci su una falsa pista?

            Dio nella Sacra Scrittura è stato molto esplicito a riguardo dello spiritismo, può ora avere cambiato idea? Non sembra di avere a che fare con un Dio volubile e superficiale? Dio ha invece sempre vietato la divinazione tramite i morti e qualsiasi forma di spiritismo e il Vangelo è ancora più esplicito, quando parla di Lazzaro e del ricco che non può tornare ad avvertire i vivi e quando Gesù afferma «Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti», che può essere letto anche come un avvertimento perché i rapporti diretti con i defunti possono averli solo chi è già morto nella propria anima.

            Si è visto, avvicinando tali messaggi e le persone che li ricevono, che sempre i cosiddetti spiriti arrivano a manifestarsi, prima o poi, per quello che realmente sono e, dopo i primi momenti in cui sembrano riportare ad una vera pratica cristiana e alla fede, essi cominciano a mettere in dubbio la realtà e l’insegnamento del cristianesimo e a proporsi come alternative a Gesù Cristo e come mezzo di salvezza: quello che dovrebbe portare a Cristo porta invece verso Satana. Bisogna davvero essere in grado di “leggere tra le righe” tali messaggi.

            Le comunicazioni con l’aldilà sono tornate in auge negli ultimi anni attraverso il channelling propagato dal New Age, che sarebbe il canale attraverso il quale possiamo metterci in contatto con le realtà extracorporee, comunque esse vengano intese. Il New Age postula la possibilità di mettersi in contatto con spiriti D.O.C., ovvero con i grandi personaggi della storia e della religione (Gesù, Buddha, Maometto, Gramsci, Napoleone, Foscolo, Manet, angeli e arcangeli) per farsi guidare nell’instaurazione di una nuova era e una nuova religione che vada aldilà di tutte quelle finora esistenti: questi ultimi canali “ricevono” solitamente messaggi molto elaborati che spesso necessitano poi di ulteriori esperti per la decifrazione; in America Latina, per esempio, esiste un medico che ad occhi bendati prende in mano il pennello e dipinge esattamente come i grandi maestri evocati.

            Tantissime persone poi non riescono a rassegnarsi alla perdita di un familiare o di un amico morto, magari prematuramente e, in un periodo già carico di angosce e sbandamenti, cercano risposte alle proprie insoddisfazioni attraverso la comunicazione con i defunti, senza riuscire ad accettare che la mente gioca un ruolo enorme nella codificazione dei messaggi o che ci si espone direttamente ad un intervento diabolico.

             Fra le tecniche tradizionali della comunicazione con i defunti troviamo l’uso del bicchierino o della moneta sul cartellone con le lettere, chiamato OUIJA, che dovrebbe spostarsi velocemente formando frasi di senso compiuto in risposta alle domande che vengono poste agli spiriti; la scrittura automatica, che si ottiene dopo una tecnica di rilassamento del medium e un’evocazione specifica dello spirito; infine il rap, ovvero il tavolino che batte i piedi rispondendo si o no alle domande o tanti colpi quale è la posizione della lettera citata nell’alfabeto corrispondente.

            Questi sono mezzi tradizionali quelli, per intenderci che diedero l’avvio al classico spiritismo nell’ottocento. Al giorno d’oggi però la tecnologia ha fatto passi da gigante e quindi anche gli spiriti hanno imparato ad usare i mezzi di transcomunicazione elettronici: i registratori, i videoregistratori, i computer, la televisione e altri mezzi ancora che permettono però una maggiore manipolazione dei messaggi da parte dell’inconscio, poiché essi non sono chiaramente udibili o verificabili da tutti ma solo alle persone “addette” a tale decodificazione.

            Infine il canale di comunicazione più usato è il medium che tramite tecniche appropriate di rilassamento e concentrazione riesce ad entrare in uno stato modificato di coscienza (trance) e a mettersi in contatto con i defunti, se non si frappongono ostacoli, ovvero se se non vi è fra i partecipanti alla seduta spiritica scetticismo sulla sua medianità.

            Attraverso questi mezzi si ottengono messaggi fra i più svariati, segno che non c’è accordo nel mondo dei defunti: alcuni spiriti si esprimono a favore della reincarnazione, altri la negano decisamente, alcuni dicono di essere alla presenza di Gesù, alcuni alla presenza di altre divinità (di solito quelle in cui si identifica il medium e non la persona defunta), altri ancora di essere in una non ben identificata Luce o Energia, alcuni affermano di essere in servizio proprio per fare da tramite con i vivi e per la consolazione dei sopravvissuti, altri non vorrebbero essere disturbati nel loro “sonno” e mille altri discorsi simili.

            Difatti si assiste alla realtà di troppe persone che, dopo essersi avvicinate alla necromanzia, rimangono turbate nella mente a causa del subconscio non controllato o nello spirito per vere e proprie interferenze diaboliche che devono essere liberate da sacerdoti esorcisti: bisogna chiedersi se il gioco vale la candela.

            Un esorcista di Torino, don Giuseppe Capra, affermava: «Una caratteristica di queste false esperienze è sentire, essere sensibilmente allettati con effetti troppo piacevoli per resistere, adescati, spinti, invitati, comandati, obbligati… In questa pretesa di sentire, di sperimentare con i propri sensi, con il corpo c’è già la grossolana diversità dall’autentica comunione dei santi; perciò sentire il profumo, le carezze, arrivi, rumori, avere visioni, sogni, vedere macchie, immagini o foto che piangono o sudano, sono normalmente segnali spiritici; il demonio è un grande pataccaro e di falsi “segni” ne può dare in proporzione all’attesa coltivata di essi; Dio non crea dipendenze, non toglie la libertà, ci parla continuamente in un silenzio altissimo, senza nessun adescamento e ci offre le risposte più profonde».

            Ci si chiede come mai il demonio si darebbe la zappa sui piedi, suscitando fede e preghiera. La fede cattolica ci insegna che il diavolo è la perenne scimmia di Dio e che in tutti modi cerca di sostituirsi a Dio, di avere una religione tutta per sè, introducendosi nel culto ufficiale di Dio, svuotandolo, riempiendolo di errori, di superstizioni, di sincretismi, di attese miracolistiche.

            Difatti si vede che quando le persone che cadono nel tranello incontrano un sacerdote che le approva e altri sacerdoti santi e dotti che non approvano, concedono la loro preferenza esclusivamente ai primi.

            Lo spiritismo danneggia psicologicamente le persone: è lesivo della persona , per le attese che crea, per i meccanismi che instaura in cui prendono piede le dissociazioni psichiche, non facilmente diagnosticabili e guaribili.           

            La necromanzia, soprattutto quella legata al sincretismo New Age postula l’esistenza di un Dio creatore, ma Egli non mantiene in vita la sua opera, lasciandola al suo destino dopo averla messa in moto. Egli è l’inconoscibile e nessun rapporto ha più con gli uomini. Il Cristo stesso non è accettato come Salvatore ma come un grande iniziato, un grande medium, forse il più grande spirito ma non è figlio di Dio (se non come lo siamo tutti).

            L’anima non viene intesa come la Chiesa ce la insegna: l’universo tutto sarebbe costituito da materia, spirito e un particolare elemento che terrebbe unite queste due realtà, nominato perispirito – corpo fluidico. Con la morte il corpo si staccherebbe dall’anima che verrebbe avvolta dal perispirito, racchiudendo e mantenendo in essere la memoria della persona in tutte le sue esistenze passate (comprese quelle animali). Durante le sedute spiritiche verrebbe evocato proprio il perispirito e non l’anima della persona, che è portata invece a reincarnarsi fino a raggiungere il massimo della vita spirituale, ad essere purificata da tutte le mancanze e ad essere riassorbita nella scintilla divina cosmica.

            Difficile comprendere, in questo continuo divenire dell’anima, a che livello si pone il concetto cristiano di conversione continua, in un unico cammino che porta alla salvezza.

            In questo culto manca un elemento decisivo: l’atto di fede. Si cerca di propagandare le proprie verità come “dimostrate” dalle apparizioni o rivelazioni degli spiriti non prevedendo il “salto nel buio” tipico della fede autentica. A questo proposito il card. Martini, arcivescovo di Milano, scriveva: «Non di rado mi spavento sentendo o leggendo tante frasi che hanno come soggetto Dio e danno l’impressione che noi sappiamo perfettamente ciò che Dio è e ciò che Egli opera nella storia, come e perché agisce in un modo e non in un altro» (da Ripartiamo da Dio, 1995). Dove manca la fede bisogna sostituirla con certezze, racimolate dove si può e rivelate spesso da altri in maggiore comunicazione con l’aldilà.

            La necromanzia offre il vantaggio di offrire certezze ed «ha alla sua base la congenita predisposizione a sostituirsi alle religioni positive risolvendo, in forma addirittura pseudoscientifica, i problemi che in esse vengono posti» (A. M. di Nola).

            Infine tutto lo spiritismo instilla l’idea di una chiesa parallela e sincretistica, rispetto alla cattolica: le persone cioè vengono portate alla condizione di credere e di praticare il culto delle chiese spiritistiche stesse (es. Scuola Scientifica Basilio, Associazione dei discepoli di Allan Kardec, Cerchio Firenze 77, Cerchio Navona, e mille altre). Ancora vi sono moltissimi gruppi, inseriti pienamente nella Chiesa cattolica che professano e diffondono lo spiritismo, facendolo passare come voluto da Dio (sempre “solo in quel caso”) e come fondato sulla dottrina della Chiesa e che sono sostenuti anche da sacerdoti e suore, proprio per tentare di dare avvallo alle loro finalità (Movimento della speranza, Vassula Ryden, Camilla Bassanetti,  GIRE – gruppo italiano ricerca escatologica, eccetera): ci si deve invece rendere conto che non è la firma sostenitrice di un sacerdote che offre liceità ad un comportamento deviante.

            Dopo aver esercitato queste pratiche ambigue e false, diventa difficile per chiunque arrendersi alla verità; dopo molte obbedienze a spiriti di cui non si conosce la provenienza e il volto reale è quasi impossibile ribellarsi e disobbedire: la volontà viene annullata e la persona si trova ad essere strumentalizzata, dominata e spesso più disperata di prima. Per chi ha intrapreso questa strada è difficile ritornare indietro perché si rimane suggestionati, si sono ricevuti dei favori, dei vantaggi, delle “certezze”, si ha vergogna di farlo per il parere degli altri e infine perché si ha vergogna ad ammettere di essere stati ingannati.

            L’unica comunicazione con i nostri defunti avviene nello spirito di Cristo che unisce tutte le membra del suo corpo, e non mediante esseri disincarnati. Bisogna avere il coraggio di ribadire tutta la forza, la speranza e la verità dell’escatologia cristiana.

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