Cosa s’intende per stati alterati di coscienza?
La definizione di stati alterati di coscienza compare verso gli anni 60 nella letteratura americana e con questo termine venivano riscontrate delle situazioni neurofisiologiche e soprattutto comportamentali di un soggetto che era sotto l’effetto di allucinogeni o droghe. Infatti la prima definizione data da Ludwing o Tart è una definizione di stato alterato di coscienza (SAC) sulla base di sostanze assunte. Questo comportava la diminuzione dello stato di veglia ordinaria e l’immissione in altri stati che erano malamente definiti da un contesto reale; per cui erano esperienze soggettive che le persone riferivano come oggettive. In un secondo tempo alla definizione di SAC si sono aggiunti tutti gli stati di trance che gli antropologi trovavano, soprattutto in America Latina e in Africa, che erano situazioni simili all’assunzione di droghe perché questi sciamani assumevano giornalmente, per entrare in trance, delle sostanze allucinogene, come funghi, peyotal, coca, ecc. per cui dicevano di entrare in contatto con i morti o con gli spiriti della natura. Però il tratto si differenziava dagli stati in cui entravano gli occidentali con le droghe. Gli sciamani assumevano droghe in base alla cultura particolare che richiedeva loro queste prestazioni a scopo prettamente curativo.
Il termine SAC è stato poi cambiato in stato modificato di coscienza (SMC). Per cui il SAC avviene per sostanze neurolettiche o psicotrope mentre il SMC sono quelli ai quali si perviene attraverso comportamenti come il ballo, i tamburi, la meditazione, la respirazione…
Quali sono gli stati di coscienza che la medicina riconosce?
Parlare di SAC o di SMC prevede l’esistenza di stati normali di coscienza. Noi non sappiamo realmente cos’è la coscienza e non la sappiamo esattamente definire. Nella scienza ufficiale è previsto uno stato ordinario di coscienza ovvero la veglia in cui noi siamo attenti, sappiamo cosa facciamo, critichiamo gli stimoli che ci vengono dall’ambiente o interni a noi. La scienza riconosce quindi lo stato di veglia, il sonno, il sogno e il coma. Questi sono riconosciuti dalla scienza, perché hanno caratteristiche neurologiche, neurofisiologiche, strumentali ben differenti l’uno dall’altra. Abbiamo sequenze elettroencefalografiche differenti, così come le respiratorie o di conduttanza elettrica della pelle, eccetera. Gli SMC o i SAC non sono stati di veglia, non sono di sogno, sonno ma assomigliano molto agli stati di passaggio che c’è fra uno stato e l’altro. In questi momenti diminuisce la coscienza di uno stato per dare posto gradualmente ad un altro livello di coscienza comandati da diversi centri del cervello.
Passare da un livello all’altro di coscienza si ha sempre una destrutturazione dello stato precedente e una ristrutturazione dello stato seguente. il passaggio è sempre una fase molto delicata che molte volte permette all’individuo di avere delle patologie psichiatriche serie perché risalta la fase di destrutturazione di una coscienza. Questo passaggio avviene spontaneamente, però può essere “usato” per inserire dei particolari input che gli permettano di accedere a questi stati (per esempio l’ipnosi).
Abbiamo delle categorie di persone maggiormente soggette a SAC?
Siccome il nostro cervello è composto da due emisferi che sembrerebbero deputati a due differenti funzionali è dimostrato che l’accesso a livelli particolari di coscienza è dato dall’emisfero emozionale (come per l’accesso al sonno). Perciò i soggetti che hanno più sviluppato l’emisfero emozionale sono più soggetti ad entrare in questi stati. Ma tutti possono entrare nei SAC, anche se vi hanno accesso maggiore i cosiddetti sensitivi, cioè coloro che hanno più sviluppato un certo sistema emozionale ( e che per meccanismi fisiologici sono in prevalenza donne).
Cosa s’intende per trance ?
S’intende l’espressione pratica dell’SMA. Si può chiamare trance estatica, ipnotica, da possessione, perché l’individuo “è fuori”, è “da un’altra parte”, non è più cosciente di quello che le avviene e fa. Invece questo non è del tutto vero perché anche nel sonno e nel sogno c’è sempre una coscienza del ricordo che si chiama “l’osservatore nascosto” o il “testimone” che è quello che fa poi emergere degli spezzoni del sogno o del sonno o dello SMC durante la veglia.
La coscienza è di vari livelli: man mano che essi si abbassano o si alzano non si escludono a vicenda ma coesistono portando, in certi casi, a dissociazione psichica o personalità multiple. La trance è comunque sempre uno stato di dissociazione della coscienza.
Che differenza c’è fra i SMC e i SAC?
Gli stati modificati di coscienza escludono i SAC, cioè quelli portati da fattori fisici come il digiuno, la disidratazione, l’ipoglicemia, la respirazione, le droghe, per i quali si va in stati particolari biochimici.
Come si accede agli stati alterati?
Nei SAC si accede di solito quando al soggetto vengono forniti pochi stimoli sensoriali (es. la meditazione, la concentrazione su un punto visivo, ecc.) oppure per sovraccarico sensoriale (particolari concerti, una predica imperativa, ecc.). In certe frange carismatiche vengono usate queste tecniche per mettere il soggetto in SMC anche se non sanno di farlo. Soprattutto è facile che in questi gruppi i soggetti particolarmente emozionabili abbiano problematiche da disturbo mentale o psicosociali perché gli si fornisce spiegazioni sui problemi che li riguardano come se essi provengano dall’avvicinamento dello spirito del male.
Cos’è l’estasi?
Gli SMC sono di due tipi che però portano sempre allo stesso punto: il soggetto non è più attore ma spettatore. Questo presuppone che si entri negli SMC per rallentamento delle funzioni biologiche per via parasimpatica (sistema di rilassamento) o per via ortosimpatica (sistema di allerta); avremo delle fenomenologie differenti in un senso o nell’altro. Le tecniche orientali come il shamadi, la kundalini, l’ipnosi eccetera sono metodi di rallentamento, mentre gli stati di coscienza religiosi occidentali avvengono quasi tutti per via ortosimpatica (eccitatori). L’estasi è uno stato eccitatorio che si situa dopo la schizofrenia e la catatonia. Il catatonico è una persona che è spinta dalla paura di fare e dal afre stesso: in psichiatria quando si fa uscire una persona dalla catatonia bisogna stare molto attenti perché spesso si suicida per il combattimento della sua paura con la voglia di fare; in estasi abbiamo che i centri che la dirigono sono più bassi della corteccia cerebrale (centri mesoencefalici), dominati dall’ortosimpatico che danno effetti come la midriasi pupillare (dilatazione della pupilla) buttandogli la luce non si hanno variazioni (come invece avviene nelle pseudoapparizioni) e neanche se guardano il sole hanno danni alla retina, aumento del battito cardiaco fino a 180-190/bm, aumento della resistenza elettrica, vasocostrizione periferica, flessibilità cerea (i muscoli diventano neurotonici, cioè più duri). Di fatto l’estatico si comporta come se non avesse più rapporti con alcune zone della corteccia cerebrale.
Cos’è la possessione e la medianità?
Mentre nell’estasi rimane un certo grado di libertà, nella possessione come nella trance medianica da uno spirito guida, abbiamo una situazione di burattinaio-burattino. Il soggetto non è più libero di fare e perciò si destruttura facilmente e può avere delle forme di devianza o di disturbo mentale.
Chi sono i sensitivi?
I veri sensitivi esistono, hanno doti differenti per loro predisposizioni genetiche o per come si sono evoluti durante la vita fetale. Sembra che i sensitivi hanno il cervello simmetrico rispetto alla maggioranza degli uomini che ha emisferi asimmetrici fra loro. Entrano facilmente in SMC con visioni che altri non hanno, con udire voci che altri non odono, con la telepatia, con la chiaroveggenza. Ricordiamoci che ci sono metodiche per favorire questo, ad esempio i Clisti (setta iniziata da Rasputin) girando su di loro e ripetendo «Gesù, Gesù» entravano in altri stati di coscienza per i quali profetizzavano, scoprivano i peccati altrui, o sviluppavano retrocognizione. La persona posseduta per esempio può essere sensitiva o può entrare in SMC per cui scompare lo spazio e il tempo (che sono i due paramentri sui quali ci muoviamo nello stato di veglia) e si può andare avanti o indietro nel tempo con la mente.
Sono patologici gli SAC?
Se per SAC intendiamo quelli provocati da droghe direi senz’altro di si. Gli SMC invece possono diventare patologici in base alla predisposizione individuale del soggetto. Se un neurolabile è facilmente attratto da questi stati o si avvicina ad associazioni, persone, gruppi che fanno uso di tecniche di modificazione della coscienza ecco che può passare a particolari patologie mentali pesanti.
Come ci si deve regolare quando ci si trova di fronte a fatti inusuali?
Bisognerebbe sempre porre delle grandi riserve su ciò che si vede o si sente raccontare e non etichettare subito come soprannaturali o preternaturali e neanche come patologici questi fatti, perché molti di questi SMC possono anche presentarsi in soggetti del tutto normali, senza che noi sappiamo realmente perché questo avvenga.
Intervista al dott. Giorgio Gagliardi
6 genn 1996
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