Suor Sezze – Processo dell’Inquisizione

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Ristretto del processo di suor Maria Marchionne La Sezza, d’anni 75, monaca a Roma e abiurata nel S. Uffizio di Roma, 22 settembre 1703 alle ore 15 et erano anni 40 detenuta l’ingrata vita

Saliva uno scalino invisibile a tutte l’altre monache, tanto più che era Abbadessa, che poteva fare e coprirsi come voleva e con le braccia aperte tutta tesa, con gli occhi al cielo fingeva d’andare in estasi.

Diceva che Gesù Cristo gl’haveva imparato a leggere.

Dava ad intendere che la B.ma Vergine l’havea allattata, in mano di lei aveva fatto voto di castità.

Diceva d’aver dormito con homini scandalosi, solo per ridurli alla divozione et emende.

Che Cristo l’haveva posto in testa una corona di spine e che una d’essa gl’haveva penetrato la fronte tra gl’occhi e il naso.

Ch’haveva scolpito nel seno Christo Bambino.

Ch’haveva le SS.me Stimate come S. Francesco.

Che una volta fu gettata da demoni nel pozzo e che Gesù Christo in persona la ricavò et la Vergine SS.ma gli fece molti regali.

Che una volta fu ucciso un uomo e l’anima di medesimo fu portata dal diavolo all’inferno et ella la liberò.

Prevedeva onori e dignità alle persone, et felicità ai parti et ad una che questo predisse, morì con fanciullo nel parto.

Che sanava gli infermi con l’aqqua Santa Benedetta, intitolata di suor Maria Francesca, dove metteva polvere di reliquie de Santi Martiri e polvere d’Agnus Dei e poi andava a comunicarsi e si teneva in bocca la SS.ma Particola, quale andava a sputare nella contenuta acqua e diceva essere sputo di Gesù.

Che diceva fu liberata da lei assieme con lo Spirito Santo e la B.ma Vergine e che combatteva con Turchi invisibilmente.

Si comunicava continuamente senza confessarsi con dire non haver tal bisogno perché era pura d’ogni peccato, e che era stata santificata nel ventre come S. Giovanni Battista.

Il Venerdì santo fu proibita dall’Abbadessa che non si comunicasse e proibì al prete confessore che non dovesse comunicare, questa non di meno volle comunicarsi da un religioso straniero, per via d’un buchetto con pericolo grande di rompere la Particola del SS.mo Sacramento.

Imputò un religioso et una religiosa che havesse commesso disonestà grandissima in luogo sacro e prova d’haverlo creduto lei medesima il che fu falso.

Che nell’Ostia quando s’alzava il signore vedeva raggi grandissimi.

Da Alessandro VII in qua ha predetto Papi e dignità.

Che era lecito commettere qualsivoglia peccato per riparare alla riputazione altrui.

Donava cordoni e pezzi d’abiti suoi vecchi per reliquie a fine di ricavar denari e beni.

Ha havuto moltissimi doni di rilievo con tali previdenze, supposta santità e profezie, quali donava a parenti suoi poveri.

Haveva continuamente dolori di stomaco e lei diceva provenivano dalla penitenza, ma veniva dal gran mangiare e bere buono.

Che non si desse orecchio al confessore et ad altre persone virtuose e spirituali, che erano ignoranti e non sapevano che cosa dire.

Che il Molines nella maggior parte delle sue prevenzioni haveva ragione.

Dava ad intendere che haveva havuto apparizione della B.ma Vergine e di Gesù e vari Santi e Sante e il tutto faceva per denari.

Che spesso parlava con Dio e stava in estasi.

Che tutti i suoi parenti erano adati in paradiso.

Che Gesù era invaghito d’amore con lei.

All’Abbadessa et altre monache che non volevano vedere, né aderire alle dette sue falsità, gli diceva bastarde, figlie di ladri.

Che haveva una piaga nel costato impressagli daGesù Christo.

Che in una grave malattia gl’apparve la B.ma Vergine e la sanò.

Che quando faceva li suoi bisogni alla cassetta era tutt’acqua benedetta, che liberava l’anime dall’Inferno e Purgatorio.

Che andava all’Inferno e Purgatorio e liberava una gran quantità d’anime.

Che vedeva gran quantità d’anime, parte andare all’Inferno e parte al Paradiso.

La Sezza predisse d’una donna gravidda che havrebbe partorito un figlio maschio con tutta felicità e poi partorì femmina e morì di parto.

Che lo spirito suo era perfettissimo.

Che più volte era stata comunicata da Gesù Christo.

Che una monaca haveva fatto un figlio con un religioso e l’impedì d’essere Abbadessa.

Havea distolto molte zitelle dal monacarsi.

Che lei non era inferiore a S. Rosa da Lima e S. Caterina da Siena.

Che rimasta orfana di pochi anni gl’apparve la B.ma ergine.

Che S. Giuseppe l’haveva sposata.

Molte volte dicea che Gesù Christo gl’haveva mandato un angelo di notte a dirgli ch’haveva da esser carcerata al S. Offizio di Roma e doveva essere abiurata.

La medesima è stata condannata in carcere formale nel S. Offizio per 10 anni, con recitare un Miserere la mattina e l’altro la sera, con una terza parte dello Rosario il giorno e una volta la settimana li sette salmi penitenziali.

Pensiamo non ci sia niente da aggiungere a questo gustosissimo brano, di un reale processo del 1700, ritrovato in un faldone dell’Archiginnasio a Bologna. Certo che al giorno d’oggi ci sono moltissime situazioni simili a quella descritta in questo testo: veggenti, stigmatizzati, gruppi parareligiosi e altri.

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