Una donna ferita

Novara, 2 Luglio 2001

“E se il movimento i ricostruttori nella preghiera contribuisse in maniera devastante a disgregare le famiglie di coloro che lo frequentano e che, per seguire le regole ossessive della comunità, sacrificano in maniera determinante non solo la moglie e i figli (quindi gli affetti primari), ma anche il loro lavoro e, come conseguenza ultima, perdano la famiglia e anche il loro futuro economico?”

Questa è una riflessione che voglio porre al movimento dei ricostruttori allo scopo di farne oggetto di meditazione perché allora “forse” nel loro movimento c’è qualcosa che non funziona affatto se lo scopo, che dovrebbe essere quello di fare crescere interiormente nella spiritualità chi lo frequenta, si risolve in una crisi profonda e destabilizzante non solo per chi è adepto del movimento ma anche per coloro che vivono accanto a lui.

Sono la moglie (purtroppo separata di fatto da sei mesi e prossima alla separazione consensuale) di un uomo che 10 anni e 4 mesi fa, si è accostato ai “Ricostruttori” di Casalbeltrame con un dolore atroce: la perdita subita 3 mesi prima di una figlia di 16 anni in un incidente e la speranza di trovare un po’ di pace e di sollievo in una pratica religiosa. La meditazione appunto. Mio marito ha assunto tutte le regole della comunità: longota, barba, baffi, vegetarianesimo ed è stato “inghiottito” dalla comunità al punto da divenire un promotore sia dei corsi di meditazione che delle conferenze che ne sono il necessario corollario, più i digiuni, le meditazioni giornaliere, i ritiri spirituali, le settimane di training e così via. L’assorbimento è stato via via quasi totalizzante tanto che quasi tutte le sere, i sabato e le domeniche, le festività comprese il 24 dicembre, il 31 dicembre, Pasqua e così via, lo hanno visto, in questi 10 anni, lontano dalla famiglia (che aveva bisogno della sua presenza di padre e di marito e a cui era stato sempre legatissimo) per partecipare ad ogni e qualunque attività dei ricostruttori. Affascinato dalle attività da loro praticate: massaggi shiatsu, riflessologia, etc… ha cominciato a trascurare anche il lavoro che svolgeva come dirigente in una grande azienda. Per tutte le decisioni sia della nostra vita di coppia che inerenti la sua professione, ha seguito pedissequamente i “consigli” del suo Maestro e padre spirituale, che per lui erano “ordini”. Il risultato è ovvio: 2 anni e mezzo fa è stato licenziato ed oggi è un disoccupato ma è anche uno dei 15 professionisti (lui ex) laici che tengono i corsi di meditazione, uno dei 30 che organizzano corsi propedeutici (alla meditazione ovviamente, sola ed unica via di salvezza per l’anima) e di sensibilità apostolica in uno degli ambulatori del movimento. Ha cioè dedicato la sua vita in toto alla comunità, il tutto ovviamente senza mai richiedere o ricevere consensi in famiglia.

Alla tragedia che si era abbattuta sulla nostra famiglia si è aggiunta la consapevolezza di stare perdendo un marito per me, di avere un padre molto part-time per mio figlio che allora era un adolescente oltre ad avere poi un avvenire economico incerto (per fortuna sono un’insegnante in pensione con un minimo su cui poter contare). Ma neanche questo bastava: nel settembre scorso ho scoperto che aveva un’amante, una signora “meditante” del gruppo, di 20 anni più giovane di lui e anche lei con “marito non appartenente alla comunità”. Questa relazione dura tutt’ora. Dal che la separazione e la crisi della famiglia perché ha sentito il bisogno di partecipare anche a nostro figlio questo suo amore per un’altra donna. Le mie affermazioni rispecchiano la verità assoluta dei fatti. I fatti stessi, forniti di particolari e prove inequivocabili, sono a conoscenza di uno dei sacerdoti del gruppo a cui li ho riferiti in presenza di una cara amica, suora, insegnante di religione di mia figlia che, per prima, aveva raccolto da mio marito, l’ammissione di questa relazione extraconiugale. Per cui non temo smentite di nessun genere e posso dare qualunque prova a chi della comunità la volesse, dei fatti come li ho descritti.

Quindi, dopo più di 10 anni di totale inglobamento nella comunità, c’è una famiglia distrutta in tutte le sue necessità, soprattutto di presenza, di conforto, di amore. E quello che è ancora mio marito per legge, almeno lui, è un uomo realizzato, cresciuto spiritualmente? No, è un uomo che ha perso se stesso e non sa più quello che vuole dalla vita. “Una pallina da ping-pong impazzita” – dice nostro figlio che da mesi è in terapia presso una psicoterapeuta. Io non riconosco più in quest’uomo quello che ho amato per decenni, il padre dei miei figli, il marito innamorato e affettuoso, l’uomo onesto, leale, ricco di valori che gli appartenevano e che ha perduto. L’uomo nella sua complessità e nella sua fragilità, nel gruppo, chi lo vede? Bisognerebbe allora fare come Diogene e rimettersi la lanterna in mano. Bisognerebbe almeno affiggere un cartello dinanzi alla cascina con su scritto “Riservato ai single” (che poi trovano da sposarsi lì dentro con chi condivide le loro scelte) oppure alle coppie che frequentano insieme e scelgono insieme questa strada che porta all’unica Verità”.

Io ho scelto una strada diversa e vivo il volontariato accanto a chi soffre. La comunità dei ricostruttori esulava dalla mia visione del mondo e dai valori in cui ho vissuto tutta la vita. Pensavo che la dolorosa esperienza da noi vissuta fosse un’eccezione, quella che spezza il cuore a chi la subisce ma conferma la regola, ma ho capito che non è così. Qualcuno potrà obbiettare: ma si tratta di adulti consapevoli delle loro scelte! Non è così, il dolore rende fragili e indifesi e nessuno può e deve permettersi di profittare della fragilità di chi soffre. Quello che fa più male è che tutto ciò sia avvenuto in un ambiente religioso da cui era legittimo aspettarsi aiuto e conforto. La mia intenzione non è quella di gettare una luce negativa sul movimento dei ricostruttori, vorrei solo che sul movimento si facesse luce e che il movimento avesse il coraggio e l’umiltà di fare luce dentro di sé.

Maria M.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *