Abbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore il rinnovato suicidio dei membri dell’Ordine del tempio del sole che in Svizzera, a dicembre, ha sacrificato le vite di sedici persone al culto esoterico.
Dalle fotografie dei loro templi abbiamo potuto vedere la diffusione di immagini e simboli cristiani, insieme ad altri totalmente oscuri alla maggior parte delle persone: che cosa accomunava questi disparati elementi “spirituali”?
La ricerca di una mediazione con il soprannaturale: i riti professati, i numeri e i mistereriosi simboli dovevano permettere al capo (ritenuto anche medium spiritistico) e agli affiliati di stabilire una relazione con tutta la comunità terrestre in base alla più stretta relazione con il mondo spirituale e sovrasensibile.
Vivere intensamente in unità con il mondo primario ed eterno è un bisogno che anima molti nostri contemporanei: e pur di arrivare a questo si sperimentano tutte le vie e si superano tutti gli ostacoli e i tabù.
L’Ordine del tempio del sole rappresenta quindi un classico gruppo esoterico, con frange occultistiche che permettono agli adepti di mantenere segrete le vere finalità del movimento e di plagiare, attraverso il ricatto e le minacce, le persone che potrebbero svelare qualche “retroscena”.
Di questi gruppi ve ne sono molti nel mondo, con fini diversi e ben guidate, anche nel mondo cattolico; vorremmo capire se l’esoterismo e l’occultismo sono sinonimi e se sono socialmente pericolosi.
Diversi movimenti religiosi affermano di essere coloro che più di altri incarnano l’esoterismo originario del cristianesimo e che non per questo sono occultisti. Anche alcuni esponenti della magia dicono di essere cultori dell’esoterismo originario ma aggiungono di essere, proprio per questo, obbligati ad una pratica occulta.
Ad un primo sguardo sembra quindi che i termini esoterismo e occultismo siano, nel linguaggio comune, intercambiabili e possano essere usati in modo indifferente.
Cerchiamo di comprendere meglio cosa s’intende con l’uno o l’altro termine, per essere il più chiari possibile nel discutere questi argomenti che sembrano andare ora per la maggiore anche in ambienti cattolici.
Il vocabolo esoterismo deriva da un avverbio greco, esô, che significa dentro e che, trasformato in aggettivo, esoterikós, significa interiore (che può essere esteso a nascosto, profondo).
Il termine è relativamente recente: è stato usato per la prima volta da Clemente Alessandrino nel suo scritto Stromata (208 d.C.), con significato dato alla grande profondità della filosofia di Aristotele, al quale Clemente si rifaceva. In seguito ne venne pressoché perso l’uso fino a quando, nel secolo scorso, non venne ripreso da un occultista, Eliphas Levì, con l’idea che il mondo fenomenologico dovesse essere inesistente e pertanto andasse superato attraverso la “conoscenza” vera che è sempre nascosta alla superficie materiale e al più degli essere umani.
L’aggettivo esoterico prendeva quindi una connotazione elitaria, cioè di qualcosa che veniva comunicato ad una esigua minoranza di persone, alle quali veniva richiesto un apprendistato continuo e la volontà di fare di questo insegnamento la meta principale della propria esistenza.
Questa è rimasta la base dell’esoterismo: il consolidamento di una “vocazione” che proibisca l’accesso alla conoscenza di coloro che non riescono a identificarsi con l’opera intrapresa.
L’insegnamento viene riservato agli spirituali, ai pneumatici, ai più intelligenti e illuminati, ai perfetti, ai puri, ai degni: «Vi sceglierò uno da mille e due da diecimila; staranno ritti perché sono uno solo» (Vangelo apocrifo di Tommaso 38, 1-4).
Per comprendere meglio possiamo rifarci alla terminologia della più grande confraternita esoterica: la Massoneria. I suoi membri si denotano tra loro con il termine architetto, maestro d’opera o costruttore: ciò significa che le persone ad essa legate devono “costruire” un po’ alla volta la propria esistenza in base agli insegnamenti svelati attraverso passaggi continui ma graduali e lenti. Solo alla fine della propria esistenza il costruttore può affermare di avere edificato per intero il Tempio, ovvero la pienezza dell’opera che racchiude in sé tutta la creazione. La trascendenza è il raggiungimento della perfezione, il cui conseguimento è espressione e correlazione diretta del grado di identificazione dell’essere umano con il mondo circostante e i principali segreti della quale sono svelati nel testo fondamentale della tradizione esoterica: La Tavola Smeraldina, attribuita a Ermete Trismegisto
«È vero, senza alcun dubbio, certo e vero.
Ciò che sta in basso è uguale a ciò che sta in alto,
e ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso;
è il miracolo di una cosa unica…».
Tutto deve essere “compreso” al di là dell’apparenza, certi che il messaggio trascendente è da leggersi tra le righe di ogni testo e che è espresso attraverso simboli o miti conosciuti e trasmessi direttamente dai maestri spirituali. In questo caso ogni studio esegetico, storico o scientifico dei testi e della realtà viene disatteso e accantonato; anche il Vangelo non è preso più come l’insegnamento di Gesù ma si preferisce la comprensione di testi alternativi (l’apocrifìa e il vangelo gnostico) che permettono di apprendere quello che Gesù avrebbe direttamente trasmesso ai suoi discepoli. Gesù è un grande Maestro, un grande iniziato.
Accenniamo così ad un altro concetto cardine dell’esoterismo: l’iniziazione. Essa viene diretta ad una persona che vuole penetrare nella cultura esoterica. Normalmente è offerta da un Maestro, cioè da una persona che già è arrivata ad un alto grado di conoscenza e che permette la continuità della catena iniziatica che non può essere interrotta (il problema si aggrava se un esoterista non ha già trasmesso il suo cammino sapienziale ad un neofita, prima di morire). Il maestro non insegna mai direttamente la dottrina ma cerca di avviare il discepolo lungo un cammino personale di autorealizzazione o di svegliare e di affinare le sue potenzialità mentali e spirituali, perché possa giungere ad una meta che diventa personale e irripetibile, questo avviene attraverso un processo lungo e costante durante il quale il neofita è sottoposto a tutta una serie di stimoli e di rinunce volte al risveglio della coscienza assopita.
L’assimilazione di questi due concetti, l’elitarismo e l’iniziazione, compone la base sulla quale si edificano tutti i movimenti e le religioni esoteriche.
Se consideriamo il panorama moderno dell’esoterismo notiamo però come esso sia perfettamente ignorante del suo significato originario di substrato eminentemente spirituale ed esistenziale, riciclando invece aspetti “magici” di impatto immediato.
Sorge così un rinnovato occultismo che, perso i suoi contenuti esoterici e mistici, si propone come centro di potere oscuro, opponendosi a qualsiasi forma di autorità.
Eccoci giunti all’altro termine occulto (nascosto): il sapere esoterico è fondamentalmente una ricerca costante della trascendenza mentre l’occultismo è l’utilizzo indiscriminato di queste pseudoconoscenze, al fine di ottenere un beneficio materiale o un potere che può essere usato contro l’essere umano, che il saggio avrebbe invece l’obbligo di aiutare nel corso del proprio cammino.
La realizzazione di questo ultimo concetto parte senz’altro dall’appropriazione dei concetti esoterici ma cerca di utilizzarli non per un fine spirituale ma per un fine materiale ed egoistico.
Se questo può avvenire in alcune professioni del nostro mondo razionalista e perfettamente legalizzato, figuriamoci fino a che punto possiamo trovarci di fronte a situazioni del genere in un ambito che, come quello dell’esoterismo, è talmente legato alla superstizione da convertirsi in un terreno particolarmente favorevole alle pratiche fraudolente ed egoistiche di alcune attività che non sono legalmente classificabili né possiedono attestazione oltre a quella fornita dal maestro che carpisce tutta la fiducia dei neofiti.
È questo l’ambito della magia stretta. Il mago attinge in parte dalla conoscenza esoterica e dalla scienza sperimentale per ottenere risultati tangibili che risolvano problemi di natura essenzialmente pratica; il suo sapere è occulto anche perché deve rivedere ogni volta i rituali secondo le proprie esigenze e non può delegare ad altri i propri poteri (e in definitiva i propri averi).
Un vero esoterista, al contrario, rifiuterà l’etichetta di occultista e difficilmente accetterà il principio secondo il quale il suo cammino verso la perfezione deve forzatamente attraversare e vivere la fase del segreto e dell’occulto.
La maggior parte dei movimenti attuali si attribuiscono quindi la condizione di esoterici quando, in realtà, i loro fini e metodi sono prettamente occulti.
Per secoli anche la chiesa è stata ancorata all’esoterismo, in quanto sapeva dare risalto totale al cammino spirituale e alla mistica, ma da quando essa ha lasciato decadere l’esperienza esoterica per rinchiudersi sempre più nel cammino materiale e scientifico l’esoterismo tutto è sopravvissuto in contrapposizione alla chiesa e al suo insegnamento.
Comprendere bene questi due concetti ci permette di chiarire a quale condizione vogliamo appartenere escludendo tutti quei comportamenti dottrinalmente e eticamente scorretti: bisogna però stare attenti che sono ambedue strade difficili e insidiose perché si rifanno quasi esclusivamente allo gnosticismo e non permettono una chiara visione di fede.
Articolo pubblicato su Settimana (EDB) nel 1996
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