Speciale: la forza delle religioni

pubblicato in: Antropologia, Articoli, Gruppi, Studi | 0

Nel marzo 2001 è uscito in edicola uno speciale della rivista Focus sul tema delle religioni mondiali. La rivista in questione si pregia di essere seria, documentata e scientifica, ma gli svarioni a cui è andata incontro con questo numero speciale sono davvero eclatanti e vale la pena citarla.

Intanto tutto il numero speciale n° 5 non riesce a distinguere fra quelle che sono religioni ufficiali e gruppi che sono di tipo settario, discussi e discutibili, mettendo tranquillamente sullo stesso piano cattolici, musulmani, avventisti, testimoni di Geova, chiesa dell’Unificazione (di Moon), Scientology, sikh, bambini di Dio, satanismo, tenrikyo, stregoni e sciamani, il tutto in un bel calderone che afferma solo che la religione ha mille sfaccettature tutte altrettanto degne di nota e di stima.

In questo calderone sono debitamente accomunati a pagina 30-31 dove appare una specie di albero genealogico delle religioni che, partendo da due alberi distinti, Abramo e i Veda, si staglia con mille rivoli storici fino ad arrivare appunto alle “foglie” dei gruppi settari e con “pampini” che legano alcune denominazioni come cattolici-caldeiyezidi che significherebbe che da una religione si è avuta adesione alle altre.

La Chiesa Ortodossa si è già risentita di quanto scritto in questo testo e ha preso posizione molto netta e documentata sul proprio sito . Io riprenderò quanto affermato riguardo la religione cattolica e le sette.

A pagina 33 si afferma: “Il politeismo può essere definito la forma di religione delle culture superiori, quelle che possedevano una scrittura, un’agricoltura sviluppata, un’organizzazione sociale complessa“.

In base a cosa si definisce in questo modo il politeismo? Il politeismo (cioè il riconoscere l’esistenza di tanti déi) è forse la prima manifestazione della religiosità e pressoché tutti i popoli, anche primitivi, avevano una religione politeista. Tuttora esso permane in molti popoli africani o asiatici che non per questo sono più evoluti rispetto agli occidentali. Anzi il politeismo ha creato un enormità di rivoli cultuali e di fedi che hanno frammentato le antiche civiltà portandole all’autodistruzione. Personalmente sarei più propensa a definire il monoteismo una religione instaurata nei popoli che hanno perseguito più attentamente il progresso, la civiltà e la cultura (ebrei, musulmani, cristiani).

Il nocciolo della trattazione religiosa (riguardo al cristianesimo) si ha a pagina 49 dove si tratta della figura storica di Gesù. “A 30 anni fu battezzato da Giovanni il Battista, considerato il suo maestro. Ma il movimento di Gesù non dovette allora avere molto seguito, anche perché Erode Antipa (che aveva fatto uccidere il Battista) non si allarmò più di tanto. Sembra che avesse un fratello, Giacomo…. Viene considerato realmente accaduto l’episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme. Atto che costò a Gesù la croce, pena riservata dai Romani a ribelli e banditi… Accertata storicamente è anche la notizia della resurrezione di Gesù, diffusa con la testimonianza di alcuni suoi fedeli, a cominciare dalle donne“.

Era difficile trovare altrove un concentrato simile di affermazioni assurde ed errate, imbastite solo con luoghi comuni e teorie esoteriche. Chi ha determinato che a 30 anni Gesù fu battezzato? Questo è solo un calcolo approssimativo, basato su alcuni studi storici che sembrano far entrare in scena popolare Gesù circa tre anni prima della sua morte. Non risulta affatto che Gesù considerasse Giovanni Battista il suo maestro, anzi il vangelo dice esattamente il contrario. Questa idea sembra ripresa dall’ideologia gnostica e esoterica che vedrebbe Giovanni Battista come rappresentante onorevole della setta degli Esseni, alla quale Gesù è stato talvolta associato in una sua presunta iniziazione precedente alla sua uscita in pubblico e soprattutto dove si sarebbe recato dopo la sua risurrezione: queste teorie sono del tutto prive di fondamento storico.

Ancora si afferma che il movimento di Gesù non sembrò avere allora molto seguito. In realtà sembra essere successo proprio il contrario: certo non ci si poteva servire allora di giornali, televisioni, radio, internet, però il movimento dei cristiani varcò velocemente i confini del paese in cui era nato e la fama di Gesù si sparse ovunque, tanto che fu proprio questo a far tremare il potere romano allora imperante e per questo Gesù fu condannato a morte (non certo perché aveva rovesciato qualche bancarella dei mercanti – episodio NON storico).

Infine come si fa ad affermare tranquillamente che la risurrezione è stata accertata storicamente? Chi l’ha accertata? Purtroppo la risurrezione è un fatto che rimane prettamente nella sfera della fede. I cristiani credono che quello che viene raccontato nel vangelo sia vero, ma sanno che questo fatto esula dalla dimostrazione storica e scientifica, tanto che il fulcro della fede cristiana non è credere in Gesù Cristo ma nella sua risurrezione da morte.

A pagina 56-57 la trattazione storica della vita della Chiesa cristiana prende diversi abbagli, ma è lungo in questo articolo soffermarcisi, mentre a pagina 62 il pressapochismo e la non conoscenza storica e dottrinale fa da sfondo alla trattazione sulla figura di Maria.

Focus passa poi a trattare di diverse confessioni cristiane, perlopiù protestanti, ma ammette sulla stessa bilancia i luterani, i mormoni, la chiesa avventista del settimo giorno (dalla quale addirittura discenderebbero anche i Testimoni di Geova – assolutamente falso), i pentecostali, anche qui in un bel mescolone di idee che, solo perché non sono classificabili nella chiesa cattolica o ortodossa vengono definite con pressapochismo “protestanti”.

A pagina 82 e seguenti, fra le religiosità più rappresentative in Italia, vengono questa volta mescolati i musulmani, gli Hare Krishna, i Sikh, i mormoni, la comunità di Damanhur, i raeliani.

Non ancora paghi di quanto affermato fino a qui, i giornalisti di Focus si cimentano in una comparazione dei maggiori culti con il modo di pensare e di agire dei Paesi nei quali sono più presenti. Qui però, a mio parere, si rasenta il ridicolo. Quale esempio di religiosità cristiana diffusa anche senza la nostra consapevolezza si porta il modo di trattare dei contravvenenti al codice stradale rispetto ai vigili e la situazione dell’economia mondiale.

Si dice: “State andando al lavoro in auto, siete in ritardo, spingete sull’acceleratore e un vigile vi ferma. Si avvicina, abbassate il finestrino e… che cosa succede? Dipende. Se siete in Italia inizia una sceneggiata: vi scusate, cercate di impietosirlo, inventate molte scuse, gli sorridete, gli fate i complimenti. e, nel 90% dei casi, se non l’avete fatta troppo grossa, evitate la multa. se siete del Nord Europa, invece, non avete scampo: anche se avete superato il limite «solo di poco», «per sbaglio», o se avete «il capo che sta urlando al vivavoce». Questione di leggi e mentalità? Forse, soprattutto, questione di religione. se per un olandese o un tedesco le regole vanno comunque rispettate, è in fondo perché la legge, i comportamenti, la cultura, sono profondamente influenzati dal rigore morale di un’educazione protestante. Mentre il vigile italiano vive in una società che ha fatto suo in mille modi il concetto di perdono del cattolicesimo” (pag. 5) “Anche il fatto che in Italia si sia sviluppata una profonda abitudine alla deresponsabilizzazione è in gran parte conseguenza del modo in cui il cattolicesimo delega molte funzioni e poteri ai ministri del culto“, “…il capitalismo si sia sviluppato grazie all’etica protestante, secondo cui l’individuo che segue la chiamata di dio, e lavora diligentemente a essa, viene ricompensato. il successo economico terreno, quindi, diventa un segno certo che egli è tra i redenti. il contrario di quanto decretato dalla Chiesa Cattolica, per la quale il sistema bancario, e in particolare il credito, era (com’è ancora per i musulmani) immorale: prestare denaro e arricchirsi significava guadagnare senza fatica, senza cioè pagare il prezzo del peccato originale, il lavoro“.

Personalmente, come cristiana praticante, non ho mai dato vita a pantomime con i vigili e quando commetto un’infrazione pago, né i vigili che mi hanno fermato hanno mai “perdonato cristianamente” il mio agire, anche se quasi irrilevante. È vero che nei paesi più a nord in Europa il rigorismo morale e più accentuato, ma che questo sia dovuto all’educazione prettamente protestante mi sembra abbastanza fuorviante.

Egualmente si dica del concetto di deresponsabilizzazione.

Per quanto riguarda l’idea che la chiesa cattolica sia contro il sistema bancario e il prestito, si può tranquillamente dire che la prima banca, il Monte dei Pegni, era una confraternita religiosa e che al giorno d’oggi vi sono molte banche gestite da cattolici: come si fa ad affermare una cosa simile?

Penso che sia fuori discussione la mancanza di rigore storico e scientifico nella trattazione di Focus della religione. Sarebbe stato meglio se avesse interpellato qualche studioso serio (non necessariamente il più conosciuto) delle varie confessioni, per redigere i propri testi.

Silvana Radoani 2001

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